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Disinfestazione Mosche

Trattamenti anti mosche spaziali con atomizzatori

Disinfestazione Mosche (Demuscazione) Col generico termine "mosche", si intendono alcune specie particolarmente sgradite all'uomo e alle sue attività appartenenti all'ordine dei Ditteri, il gruppo di Esapodi forse più presente in tutti gli ecosistemi terrestri, in particolare quelle appartenenti alle famiglie dei Muscidi, Sarcofagidi, Calliforodi, Piofilidi e Drosofilidi, caratterizzati da cicli di sviluppo rapidissimi e grande capacità di proliferare.

Esse si sono evolute per vivere in ambiente antropico, dove creano problematiche di ordine igienico-sanitario sopratutto per la predisposizione a rigurgitare, defecare o deporre le uova sugli alimenti nei quali avverrà poi lo sviluppo delle loro larve. Inoltre, la deposizione delle uova ed il conseguente sviluppo preimmaginale può avvenire su diverse tipologie di sostanza organica come gli escrementi e le carcasse in decomposizione, fatto che accentua il rischio di veicolazione di microorganismi patogeni. Prima di illustrare le varie tecniche di disinfestazione attuate da Nuova Prima per arginare l'attività di questi sgraditi ospiti nei più vari contesti ambientali, si ricordano alcune specie di interesse, tutte in grado di concludere il proprio ciclo biologico entro un mese:


  1. Musca domestica (Mosca domestica) L'adulto è lungo fino a quasi 1 cm, presenta un torace di colore grigio con quattro linee longitudinali nere, mentre l'addome è sempre dello stesso colore ma senza particolari variazioni cromatiche. Come tutti i Ditteri presenta un solo paio di ali abili al volo (quelle anteriori), mentre l'altro (quello posteriore) è trasformato in due "bilancieri". La femmina, ogni 2-4 giorni depone le uova (sino ad oltre 2000 durante la stagione più calda) in gruppi di un centinaio di unità ed oltre su materiale organico fresco o in decomposizione come quella presente in discariche di rifiuti, alimenti, erba recisa, frutta, verdura. Dopo massimo 2 giorni, dalla schiusa si hanno delle larve di color crema che cresceranno fino ad una lunghezza di oltre 1 cm, le quali dopo 3-21 giorni passeranno allo stadio di pupa, avvolte in un pupario di colore bruno che ricorda la forma di un seme. Gli adulti originati dalla successiva metamorfosi, necessitante di un periodo comparabile a quello necessario allo sviluppo larvale, presentano un regime alimentare a base di liquidi zuccherini e ad alto contenuto di sostanza organica; con il loro apparato boccale lambente-succhiante emettono un rigurgito in grado di liquefare i cibi solidi e poter consentire così l'assunzione del nutrimento.
  2. Lucilia spp. e Calliphora spp. (Mosconi verdi o azzurri della carne) Questi generi sono frequenti nelle abitazioni e nella filiera della carne. Entrambi della famiglia Calliforidi, al genere Lucilia appartengono specie di colore verde metallico mentre al genere Calliphora di colore blu scuro. In entrambi troviamo l'abitudine di deporre le uova sulla carne fresca o in via di decomposizione: su una carogna di ratto possono svilupparsi circa 4.000 larve di Lucilia. Altri substrati preferenziali possono essere i formaggi, gli escrementi o i rifiuti con una forte componente di sostanza organica. Se ingerite, le larve di queste specie possono provocare ulcere gastriche ed intestinali.
  3. Sarcophaga carnaria (Moscone grigio della carne) Dittero sarcofagide che si sviluppa a spese della carne. Il suo colore è grigio ardesia con striature nere e, se non fosse per le maggiori dimensioni, il suo aspetto generale ricorda quello della mosca domestica. Le femmine non depongono uova ma partoriscono direttamente le larve sui substrati alimentari, tra i quali oltre alle carni fresche o in decomposizione anche gli escrementi od i liquami, i formaggi ed i prosciutti in fase di stagionatura. Inoltre, le larve dall'aspetto vermiforme e colore biancastro possono provocare miasi intestinali od essere inoculate dalle femmine all'interno di ferite, causando come immaginabile un peggioramento rapido delle stesse. Frequentando luoghi ricchi di sostanza organica, spesso rappresentata da escrementi o rifiuti di ogni genere, concorre come le altre mosche alla veicolazione di patogeni.


Altre mosche, di minori dimensioni rispetto a quelle ricordate più sopra, sono la Megaselia scalaris (Diptera Phoridae), segnalata per il rischio di veicolare microorganismi patogeni sugli alimenti ed i cui adulti individuano i cadaveri sepolti nel terreno per poi raggiungerli alla velocità di 50 cm ogni quattro giorni, la Piophila casei (Diptera Piophilidae) o mosca del formaggio le cui larve, se ingerite, possono causare gravi coliche a causa della loro azione ulcerante sulle pareti intestinali, per non dimenticare le varie specie di interesse veterinario che possono infestare la filiera alimentare come diversi Estridi, Cuterebidi, Gasterofilidi o Ipodermatidi. Da menzionare infine la nota Drosophila melanogaster (Diptera Drosophilidae), la cosiddetta mosca dell'aceto che, a parte la sua predilezione per i prodotti enologici, le birre o i succhi di frutta, ha la poco salubre abitudine di cibarsi e deporre le uova sulla frutta e gli ortaggi marcescenti o di frequentare persino i locali dove si impastano i prodotti da forno, inquinando con i suoi resti i prodotti finiti.


La lotta

Nuova Prima srl ha maturato esperienze di lotta a questa categoria di insetti sia nelle discariche di rifiuti, dove sono necessari continui interventi di demuscazione sia nelle diverse tipologie di attività umane suscettibili di infestazione da parte di questo tipo di Ditteri, non da ultime le industrie alimentari.

Per interventi su ampie superficie o nelle aree all'aperto in genere, si interviene solitamente ricorrendo ai cosiddetti trattamenti spaziali, basati sull'utilizzo di gruppi portati con atomizzatore, in grado si erogare l'emulsione insetticida finemente micronizzata a un basso volume ed a grande distanza (fin oltre i 10 mt), di modo da coprire uniformemente la superficie da trattare.

Ad essi si affianca, ad esempio nelle industrie alimentari e nelle attività ricettive, l'apprestamento di una rete di trappole elettroluminose col fine di monitorare l'abbondanza di questi ed altri insetti alati, consentendo nel contempo un azione di cattura massale che ne controlla la numerosità all'interno delle strutture.

Nella pianificazione degli interventi, i tecnici Nuova Prima prendono in considerazione la presenza di eventuali focolai larvali, che opportunamente individuati possono essere disinfestati ricorrendo ancora agli atomizzatori od anche alle lancie libere, con l'obbiettivo di evitare la proliferazione di nuove generazioni nell'area considerata. Nel caso di reiterati interventi di disinfestazione, vista la possibilità per questa tipologia di Esapodi di maturare fenomeni di resistenza in breve tempo a causa dell'abbondanza delle loro popolazioni e della rapidità con la quale possono concludersi i loro cicli vitali, i tecnici Nuova Prima costruiscono un calendario di interventi in cui la costante rimane l'alternanza dei principi attivi utilizzati per la lotta insetticida.